24. FISICA TRASCENDENTALE

Si capirà prima o poi che per noi lo spazio è l’Immaginario, cioè le corporeità formate dette anche percezioni, e invece il tempo, vagamente concettualizzato com’è, può essere assimilato al Reale, cioè agli eventi formativi (anche attraverso il Simbolico)?

Con ciò non si vuole affatto lasciar intendere che al tempo o al Reale siano addebitabili essenze che non siano forma, si afferma al contrario che osservabile, conoscibile e descrivibile in verità è solo il cambiamento delle apparenze e che rapporti di causa ed effetto tra eventi sono riscontrabili solo per aver concettualizzato il tempo a nostro modo, cioè per controllare dapprima e alla meno peggio i cambiamenti nel corpo.

Probabilmente un grande problema concettuale sorto nei nostri tempi e in cui fisica e metafisica si incontrerebbero, concerne il fatto che il corpo (con l’anima) lavora (si relaziona) in continuo ovvero per raffronti di base analogici eventualmente misurabili con intervalli di incertezza infinitesimali, mentre la concettualizzazione lavora in discreto con raffronti e misurazioni di intervalli in numeri razionali adatti a calcoli in sistema binario.

Se vogliamo parlare di forme a priori kantiane (da assegnare secondo Lacan sicuramente all’Immaginario) non è chiaro quanto questo interesse possa mettere in crisi la nostra tradizionale rappresentazione del tempo, che secondo Kant è la forma delle sensazioni propriocettive di eventi a noi interni, più che quella dello spazio, per Kant forma percettiva degli eventi a noi esterni, dopo che nella modernità è stata messa in crisi la tradizionale misurazione dello spazio mediante il tempo e del tempo mediante lo spazio… Ma si sa bene che la concettualizzazione dimensionale dello spazio è sempre stata più facile, soddisfacente e produttiva di una concettualizzazione del tempo, come dire che il corpo è destinato a restare il nostro problema principale.

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