Se, con una certa verve umoristica, J. A. Miller può affermare, come afferma, che la figura topologica dell’”otto interno” coglie il Reale del soggetto inconscio, fondato com’è sulla retroazione del significante, risparmiandoci la lettura delle seicento pagine di “L’essere e il nulla” di Sartre, può essere vero proprio perché quella figura topologica è integrativamente lacaniana, appartiene quantomeno alle novecento pagine degli “Scritti” più altre novecento di “Altri scritti” e necessariamente alle migliaia di pagine trascritte del Seminario: se ce ne risparmiassimo la lettura, scadrebbe nella provvisorietà di una qualsiasi metafora. D’altra parte, se la si isolasse, si mostrerebbe di prendere il lavoro di Lacan più come collazione che come sistema di pensieri. Una topologia può supplire il pensiero di Sartre oppure di Lacan in una sorta di sospensione temporale della lettura, ma in fondo per illustrarlo a mo’ di dettaglio esemplare, senza ovviamente uscirne.
E neanche ci si risparmia ipso facto Sartre se si legge tutto Lacan; il quale, da parte sua, mai sconfessò i contributi del pensiero di Sartre al suo pensiero.